domenica 11 gennaio 2015

Charlie fa surf


Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie Je suis Charlie
Hai mai provato a ripetere la stessa parola o la stessa frase per una poi dieci poi cento volte?
Lo sai cosa succede?
Che la parola muore perde il suo senso soffoca
Diventa suono
Il concetto viene strozzato dal rumore
A furia di chiamarlo Charlie non risponde più
Poi gli hanno sparato a Charlie, mica gli hanno fatto una carezzina
Ma chi è stato a uccidere questo povero quindicenne indisposto arguto e disturbante?
Due fratelli, che bestemmiando il loro dio hanno ucciso in suo nome
Materialmente sì, sono stati i due fratelli, sì, sono stati loro.
Estremisti? Uomini dei servizi segreti? Forse tutte e due
Ma ti sei dimenticato che siamo in guerra?
Che in Medio Oriente sono vent’anni che la NATO fa cagare bombe ai suoi aerei e ammazza e tortura e spara?
Cosa ci si aspetta da una guerra?
Morti
Militari
Sì ma anche civili
La Francia è un paese neutrale? No
Immagina un attimo che il territorio del mondo sia diviso con i territori del Risiko
La Francia ha mandato i suoi carretti in Alberta in Medio Oriente o in Kamchatka?
La risposta la sai da te
La Francia è più in generale l’Europa cos’ha sulla carta degli obiettivi?
Mantenere la pace dentro ai suoi confini c’è scritto
No aspetta
In piccolo c’è una postilla
Mettiamoci gli occhiali per leggerla che siamo un po’ miopi astigmatici presbiti e pure ipermetropi
Sulla postilla c’è scritto
“L’OBIETTIVO È MANTENERE LA PACE PERÒ SE GLI STATI UNITI CI DICONO MANDATE I CARRETTI DA QUALCHE PARTE NOI LI MANDIAMO”
Prima di firmare i contratti o le alleanze atlantiche avremmo dovuto leggere anche le scritte in piccolo.
In ogni caso Charlie non fa più surf
È morto ti ripeto
Morto
Proprio stecchito
E tutti lo chiamano Charlie Charlie ma lui oh non si sveglia
E ci credo
Perché Charlie per quanto stesse sul cazzo a molti non andasse in Chiesa e scoreggiasse sull’autobus era uno sveglio
Charlie sembrava scherzasse ma non rideva mai
Charlie si accorgeva che la gente faceva finta di ascoltarlo ma non lo capiva
Charlie faceva surf e spesso in acqua ci cadeva
Ora che è morto tutti lo chiamano
Ma quando era vivo?
Zero
Non se lo filava quasi nessuno
Charlie non porta rancore
Ma mica le cose se le dimentica
Charlie non risponde perché vede poca verità
Vede che la gente lo chiama ma non chiama veramente lui
Chiama il suo corpo morto
Il nostro quindicenne ribelle si sente un feticcio
E Charlie non vuole essere un feticcio
Charlie non è un feticcio
E tutti diventano paladini del surf ora che gli hanno sparato
Ma fare surf è complicato
Per fare surf ci vogliono le palle
Ci vuole critica ci vuole sdegno ci vuole ironia
In quelli che lo chiamano Charlie non vede queste doti
Giornalisti politici gente comune fascisti nazisti giovani di sinistra
Charlie è morto ma ci sente benissimo
E sente delle voci sgraziate che si indignano per lui ma non si indignano per i profughi lasciati a marcire nel canale di Sicilia e per i Palestinesi che sono quarant’anni che gli tolgono la terra su cui camminare
E i 43 studenti Messicani che i narcos e il governo hanno fatto sparire?
E i genocidi nell’africa subsahariana?
E gli afroamericani uccisi quasi ogni santo giorno dalla polizia?
Charlie steso sulla spiaggia pensa che qui a furia di indignarsi non si fa più niente
È pieno di supereroi sui social network
Ma perché io sì e gli altri no?
Ci sono morti più belli
Ah si io facevo il surfista
Ero un paladino della libertà di informazione
Eh si
Charlie ora ride
Ride del fatto che sicuramente esiste la libertà di informazione è proprio questo il bello della democrazia
Infatti lui che ha vissuto un po’ in Italia ricorda di come la Guzzanti Luttazzi e Santoro siano stati liberi di dire la propria opinione e di essere poi censurati
Charlie ride del fatto che questi paladini del surf non si rendono conto che non sono liberi di dire proprio un bel cazzo di niente
Poi pensano che facebook darà loro una risonanza assoluta
Si certo
Facebook ti dona una grossissima libertà
Quella di non essere ascoltato
Tutti sono troppo impegnati a picchiare le tastiere per fermarsi un attimo a pensare
Charlie questa cosa la sapeva bene quindi scriveva un sacco di cose su facebook
A Charlie piacevano proprio le contraddizioni
Ora Charlie sta pensando a come è morto
Gli hanno sparato
Si
Ma non era spacciato
Sarebbe bastato soccorrerlo
Lui era lì agonizzante
E tutti attorno a lui lo fotografavano e si indignavano per l’attacco dell’islam alla nostra democrazia perfetta
E tutti dicevano io sono charlie io sono charlie
Ma lui sapeva di non interessare a nessuno
E pensa che non l’hanno ucciso solo i due assassini coi kalashnikov ma anche tutta la folla di indifferenti che ha ora attorno
E ora li guarda negli occhi
E li vede proprio bene
E vede che la loro coscienza non è pulita e anzi la stanno provando a lavare usando il suo corpo morto
Che si riempiono la bocca nella sua morte ma non avrebbero avuto il coraggio di prendere neanche un’onda di quelle su cui saliva lui
Che si fanno paladini della democrazia senza capire che la democrazia oggi significa che se tu hai votato Bersani alle elezioni e ti ritrovi Alfano ministro dell’interno e Gentiloni ministro degli esteri e non puoi farci un cazzo
Che lui è un morto di serie A ma esistono anche morti di lega pro
Sono passati tre giorni da quando è morto Charlie
E lui è ancora sulla sabbia
E ride
Anzi no
Sta piangendo
Perché lui lo sapeva ma in fondo in fondo ci aveva sperato per un giorno o due o anche tre che la gente cambiasse un pochino che diventasse più sensibile
Alla fine era morto e gli giravano un bel po’ le palle per questa cosa
Perché se morire già è un bello sbattimento pensa poi morire così da stronzi
Charlie ci sperava
Ma dopo tre giorni
Sulla spiaggia non c’era già più nessuno

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