giovedì 7 maggio 2015

Siete tutti bravi e belli


Discorso di uno studente della Statale di Milano ai suoi concittadini

Siccome da casa son tutti bravi a sparar merda, ora vi do il punto di vista di uno che il corteo #‎NoExpo‬ lo ha visto per davvero:

- Premessa: non sono disposto ad aprire discussioni adesso con chi ha avuto sette anni buoni di tempo per interrogarsi sulla questione (ebbene si, perché sono almeno sette anni che ci sono iniziative e manifestazioni contro l'Expo, non si sono svegliati adesso, come pensate voi, ma voi vi svegliate soltanto quando vi bruciano l'auto sotto casa). Il post mira solo a fare un po' chiarezza, tirare qualche vaffanculo, appagarmi e farmi sentire meglio. Fondamentalmente un gesto di egoismo che ha però la presunzione di volervi spiegare qualcosa.

-Innanzitutto agli amici che ci seguono da casa: sappiate che le foto che condividete sotto stati piagnucolosi del tipo “GUARDATE COSA HANNO FATTO ALLA MIA SPLENDIDA CITTA', E' TUTTO DISTRUTTO” come se l'intera metropoli fosse in preda alle fiamme, provengono tutte da un tratto di strada lungo poco più di 800 metri, peraltro privo di qualsivoglia mirabile opera architettonica. Tanto fumo si, ma non vi hanno raso al suolo mezza città. Quindi tranquilli che da oggi Milano tornerà ad essere la vetrina che tutti amate, continuerà a farvi schifo e ad accogliervi calorosamente durante i vostri squisiti aperitivi in centro. E sempre voi scandalizzati dalla devastazione, tenete conto del fatto che mentre voi non conoscete nessuno di quelli che aprioristicamente chiamate “figli di papà, più borghesi dei borghesi”, io vi conosco tutti, e vi vedo tutti gli anni in centro a capodanno in preda al delirio alcolico a lanciare in giro ovunque petardi, botti e bottiglie di champagne da discount ai piedi dei monumenti, e non mi sembra siate così civili da andare a ripulire il mattino seguente o almeno a scavare la fossa alle centinaia di animali che ammazzate col casino che fate. 

 
E soprattutto non vi ho visto amare la vostra città e odiare chi la devastava quando hanno distrutto il bosco di Gioia perché la regione potesse avere il suo nuovo grattacielo (quello vecchio che già era mezzo vuoto non bastava, giusto?), non vi ho visto fare la minima piega di fronte a 10.000 metri quadrati di cemento incompiuto per l'Expo (quello che è incompiuto e resterà incompiuto, anzi abbiamo speso 1 milione per camuffarlo), e ancor meno vi ho visto lamentarvi per come è stato devastato il vostro territorio e il parco agricolo a nord di Milano per costruire i nuovi padiglioni di cui tra un anno vi resterà solamente uno sterminato ecomostro inutilizzato. La città ve la devastano sotto il naso ogni giorno tirando su palazzi dopo palazzi in ogni angolo possibile e immaginabile quando la metà delle case e degli uffici giace invenduta ed inutilizzata, a fronte del fatto che in Italia, come in tutta Europa, ci sono molte più case vuote che senzatetto. Quella è la vera devastazione e quella è la vera violenza. Quella che avete visto ieri è solo rabbia, forse mal riposta, forse inutile, ma pur sempre rabbia.
Quella che voi sfogate da casa sui social network invece (oltre ad essere ancora più inutile) non si chiama rabbia, quella si chiama frustrazione.

- Le vetrine dei negozi sfasciate che vedete dai vostri smartphone, oltre ad essere quasi tutte concentrate negli 800 metri di cui dicevo sopra, non sono del calzolaio o del panettiere che “lavora tutti i giorni per sfamare i propri figli”, sono praticamente tutte filiali di banche, sedi dell'Enel, di Manpower, e negozi di lusso, con forse l'eccezione (che in realtà vorrei verificare) di qualche esercizio che potrebbe esserci finito di mezzo una volta che la situazione si era aggravata per colpa di qualche individuo poco lucido, o qualche incidente che potrei essermi perso, ma non ho visto fiorai bruciare.
 Chiaramente non è che giustifichi l'appiccare fuoco alle pasticcerie o alle auto parcheggiate che potrebbero essere di chiunque (e questa è forse l'unica concessione che vi faccio, con i dovuti limiti), ma onestamente di cartelloni pubblicitari di Tiffany che finiscono in pezzi e di banche che bruciano vorrei vederne tutti i giorni, e se vi fossilizzate solo sui Mercedes che vanno a fuoco vi state consapevolmente concentrando sull'azione di quelle che, per quanto ne sapete voi (che, ve lo faccio notare di nuovo, non c'eravate), potrebbero essere dieci persone, sbattendovene allegramente di un corteo da 30.000 presenze, di quello per cui manifestava e di come lo ha fatto. Anche se ci dicessimo che “così non si fa”, non è che tutto d'un tratto Expo diventa meno merda.

Sono pienamente disposto a mettere in discussione la sensatezza dell'uso della forza nelle manifestazioni, ma allora pretendo che prima si metta in discussione la sensatezza di esprimere il proprio dissenso e la propria rabbia sfilando per le strade lungo un percorso che è stato prestabilito e preconcordato esattamente con quella stessa entità che stai andando a contestare, nei limiti e con le modalità che questa ti accorda ed entro cui ti delimita, ossia facendoti fare una bella passeggiata di gruppo da un punto A ad un punto B (rigorosamente alla larga da ogni tuo possibile obiettivo), poi ci si abbraccia, ci si saluta e tutti a casa a vedere la partita.

Allo sfociare dei disordini di ieri, c'è stato semplicemente il tentativo, molto più che legittimo, di un gruppo di manifestanti (più numeroso di quanto a qualcuno piacerebbe credere) di spezzare questo meccanismo dirigendosi verso quello che era uno degli obiettivi della contestazione del corteo (a quanto ho capito io, il Palazzo delle Stelline, dove ha sede la rappresentanza in Italia del parlamento europeo), quando ciò gli è stato impedito le cose sono degenerate. Fino a quel momento avevo assistito ad un corteo positivo, propositivo, intelligente, consapevole, ordinato e partecipato, nonostante il cattivo tempo, e che per la prima volta mi aveva lasciato piacevolmente sorpreso e penso ancora che, auto in fiamme a parte, questa sia stata, senza il minimo paragone, la miglior mayday che abbia mai visto a Milano, mai ha avuto così tanto senso come ieri. Ebbene si, se c'è il fumo, normalmente c'è anche l'arrosto.
- Come portare avanti questo discorso senza spararne una anche sul fenomeno da baraccone del giorno intervistato per strada da Tgcom24.
Al di là del fatto che è sicuramente uno poco sveglio e per giunta colto in un momento certo di non grande quiete mentale, vorrei farvi notare quanto la domanda dell'intervistatore sia più stupida delle risposte che quello gli da: in pratica fermi uno che sta manifestando “violentemente” per chiedergli “pensi sia giusto manifestare violentemente?” ovvio che ti risponde di sì, non c'è niente di choccante, è quello che sta facendo, non vedo che altra risposta ci si potesse aspettare da lui in quel momento. 
Certo è decisamente poco sveglio, ed è questo che vi colpisce, ma questo non vi autorizza a pensare che il resto della protesta sia arazionale o illegittima. L'unica cosa choccante, oltre all'idiozia di questo individuo che già solo per fermarsi a parlare con un giornalista in quella situazione è un colossale imbecille, è l'infamia del giornalista al quale non interessa minimamente aprire una discussione sui termini della legittimità dell'uso della forza nelle manifestazioni di piazza, gli interessa sciacallare il primo pirla che passa di lì sperando di estrapolarne una battuta abbastanza breve e ad effetto da poterla schiacciare in un titolo che colpisca l'elettore medio di Salvini, che possa poi comodamente da casa non pensare e far di tutta l'erba un fascio dal proprio decoder Sky, come avete fatto tutti.

- La violenza poi la vedete solo se ve la sbattono in prima pagina: ha fatto più clamore qualche auto bruciata di 800 migranti annegati; tutti ad applaudire i 40 capi di stato che hanno marciato uniti per la morte di 3 vignettisti, ma nessuno a fare la minima piega quando gli stessi capi di stato approvavano bombardamenti su scuole e ospedali in quei paesi da cui provengono quelli che dopo chiameranno terroristi.
Il punto è che in questo mondo, in questo sistema, in questa vita c'è qualcosa di ineluttabilmente ed intrinsecamente sbagliato. La violenza non è roba di ieri pomeriggio, la violenza è realtà quotidiana a livelli che io e voi nemmeno possiamo immaginarci in Africa e in Medio Oriente.

Ma al tempo stesso la violenza la subiamo tutti i giorni anche noi, costretti da un lavoro che è un ricatto ed una schiavitù, una strenua lotta per la sopravvivenza ed un'esistenza intera manovrata al fine di essere solo ottimizzabile dal punto di vista dell'autoconservazione del sistema, concedendoci false gioie scaturite da falsi bisogni che sono solo misere valvole di sfogo per farvi dimenticare quanto tutto intorno a voi sia schifosamente finto e terribilmente violento, come una città trasformata in vetrina a suon di sfratti, sponsor e cemento, tirata a lucido in vista di un' evento che è portabandiera, vanto, e manovra auto-legittimante di tale sistema.

La violenza è non avere una casa né il necessario per viverci, la violenza è sapere quanta gente della tua età intorno a te si è impiccata in cameretta negli ultimi quattro mesi, la violenza è leggere i vostri post su Facebook e scoprire che vi sopravvalutavo tutti.
Affrontare questa vita, in una città come questa, col sorriso in faccia, guardarci intorno, accettarla, e poi dirci “Si, in fondo a me sta bene anche così”, oppure dire “cazzo mi fa schifo” ma farlo solamente dal computer, oppure ancora non pensarci affatto per ignoranza, è un'ulteriore e finale violenza che infliggiamo a noi stessi ogni giorno.
Alcune persone, tragicamente poche, vittime delle stesse identiche meccaniche, questo mondo e questa vita, così per come sono, li odiano ancora, e li odiano consapevoli dei motivi per cui meritano odio, non perché ci si accoda al delirio generale. Sanno benissimo di non poterlo cambiare, perché non hanno le forze ed i numeri, ma nel frattempo è giusto che vi ricordiate che qualcuno odia ancora tutto questo.

Non si tratta di lottare per la democrazia o per questo o quel diritto, si tratta di cogliere l'occasione di quello che è un unicum storico, più imponente e simbolico di qualsiasi grande opera, per cercare un'unica grande svolta, e nel caso questa non sia possibile, restituire al mittente un po' del suo terrore, almeno qualche briciola. Perché qui figurati, nessuno mette in dubbio il tuo diritto a manifestare ed esprimere dissenso, a patto che poi tutto resti come prima, non sta scritto da nessuna parte che una volta che tu abbia manifestato, dall'altra parte non possano ignorarti tranquillamente. Ed anche questa è l'ennesima violenza, avete semplicemente assistito alla naturale reazione uguale e contraria che corrisponde ad un'azione, e almeno per una volta potete vedervi questo vostro mondo di serena nullità che brucia gloriosamente sulle vostre prime pagine, anche se solo per 24 ore e su 800 metri di strada, ma almeno saprete che qualcuno lo odia ancora. Ed è già qualcosa. Per non parlare del fatto, che in realtà dovrebbe essere predominante, che ho visto un sacco di gente che standosene tranquilla come magari ho fatto io, sapeva perfettamente perché si trovava lì e portava un suo sensato contributo a questa giornata.

Io poi per mia natura ho un'indole tanto mansueta che non ho nemmeno calpestato le aiuole, e per giunta manco del fisico necessario per gettarmi in certe situazioni, ma almeno c'ero, a modo mio ho partecipato, HO VISTO e ora racconto, e vi racconto della più bella may day a cui abbia mai assistito, con applausi da fare a TUTTO il corteo, che per una volta ha avuto molti più meriti che ombre, ha posto problematiche importanti al mondo e soprattutto a se stesso. Magari non avrà cambiato nulla per voi (non che se fosse andato tutto liscio non avreste trovato qualcosa di cui ridervela o da condannare) ma a me per esempio ha sollevato un sacco di questioni. Insomma siccome per voi è così semplice distinguere tra giusto e sbagliato, tra manifestanti buoni e cattivi, e vi basta una foto su Facebook per giudicare e condannare (mentre io che pur c'ero e ho visto tutto, sono qui da due giorni che mi faccio solo domande) vi semplifico ulteriormente la vita: tranquilli, sono pacifico e non serve che mi cancelliate dagli amici, faccio anche da solo.

L'invito semplicemente non è quello ad uscirvene di casa ogni tanto, sarebbe chiedere troppo, ma almeno a non parlare di cose che non conoscete e che non capite: non mi sembra di avere mai fatto un post sulla neurologia o sulla semifinale di Champions, quindi seguite l'esempio e fate anche voi un favore al mondo e alla vostra dignità: 

statevene zitti.

2 commenti:

  1. chapeau vecchio mio (se posso permettermi).
    c'ero anch'io e praticamente condivido ogni parola.
    e sono tornata a casa (ormai vivo all'estero) rendendomi conto di come con alcuni *amici* non viviamo (più?) nello stesso mondo. è stato un pugno in faccia.
    ma forse in fondo sono contenta di vivere nel mondo reale. che fa schifo ma almeno si fa quel (poco) che si può per cambiarlo.

    pas de justice pas de paix.

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  2. meraviglioso! Grazie!!

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