lunedì 19 settembre 2016

Le parole hanno un senso?


Nel 2014 nasce Lo Studente Qualunque, una lista universitaria che predica il superamento di destra e sinistra in nome del bene comune di tutti gli studenti e che fin dall'inizio include diversi militanti di Forza Nuova, partito neofascista (qui un riassunto della faccenda) Uno di questi, Edoardo Bertolotti, 1 è stato candidato al Consiglio di Amministrazione alle elezioni del 2016 ed eletto come rappresentante degli studenti nel dipartimento di Studi Storici.
La lista non ha mai fornito un profilo ideologico fino al maggio scorso, quando in un'intervista si è definita così per bocca di un portavoce (Claudio Gala,candidato al Senato Accademico): “a parte alcuni valori fondamentali e imprescindibili – il rispetto della persona e del suo credo, dell’etnia, dell’orientamento sessuale, etc – credo che bisogna basarsi su principi come l’uguaglianza, antisessismo, l’antirazzismo, l’antifascismo. Sono cose basilari per un qualsiasi confronto, in teoria del tutto scontate; purtroppovisto che nella realizzazione pratica non sempre è così, ci teniamo molto a sottolinearlo”.
Per capire meglio come un fascista dichiarato e notorio possa candidarsi per una lista “antisessista, antirazzista e antifascista” è utile analizzare l'intervista di Galal'intervista di Gala a RadioStatale di qualche giorno dopo la prima, di cui riporto di seguito i passi più interessanti. È qui che la vicenda smette di essere solo una piccola storia di politica universitaria e diventa una sorta di guida alla politica contemporanea: in pochi minuti l'ideologia di LSQ viene descritta con precisione da uno dei fondatori, che forse inconsapevolmente è portavoce non solo di una lista studentesca ma di una tendenza politica ormai più che ventennale.

"La nostra vicinanza non è a nessun gruppo politico in particolare, anche perché lo rappresenta la nostra formazione, che è abbastanza eterogenea, infatti all'interno di LSQ potete trovare gente di tutte quante le ideologie (…) è una conformazione qualunque, da estrema sinistra a estrema destra (…) la regola prima che sta alla base diLSQ è quella di tenere la propria ideologia politica fuori dall'università (…) il fatto che ci sia un membro, due membri che fanno riferimento a Forza Nuova all'interno di LSQ io non lo vedo minimamente come un problema, ci convivo tranquillamente (…)''

''Il fatto che ci sia questa ideologia [il fascismo all'interno di LSQ],così come ci siano ragazzi che hanno un'ideologia che si rifà al comunismo, per me sinceramente non ha molta importanza perché il fatto è che noi (…) non ci diamo proprio minimamente peso perché non vogliamo che la nostra università sia politicizzata; nel senso, ovviamente (…) tutti hanno un'ideologia politica (…) però se il rappresentante degli studenti ha la consapevolezza di dover lavorare per poter rappresentare lo studente (…) questo non è un problema né di destra né di sinistra, è trasversale, è questo che vogliamo far passare noi come messaggio, che i partiti non debbano entrare in università perché poi si finirebbe a barrricarsi dietro a delle posizioni inesistenti… ma io questa cosa la vedo anche a livello generale, cioè nel senso quando c'è quello di sinistra che propone una cosa che effettivamente è buona perché quello di destra deve dire di no a prescindere - o viceversa (…)? I problemi ci sono (…),parlando anche con ragazzi di altre liste concordiamo molto sui programmi (…).”
[PREMESSA NECESSARIA: ciò che segue sono speculazioni basate sull'ipotesi chele risposte di Gala avessero un senso e non fossero ciance a vuoto; o comunque che anche eventuali ciance possano essere analizzate nelle loro origini e conseguenze.]
Penso di avere abbastanza materiale per isolare alcuni dati e ragionarci sopra:
1) la presenza di fascisti dichiarati in LSQ è nota ai suoi rappresentanti, e non costituisce per loro un problema; questo perché
2) essi credono che sia possibile mettere da parte la propria ideologia politica nel momento in cui si fa attività politica;
3) prevale in LSQ la convinzione che esista una “politica neutra”, basata sull'approccio pragmatico ai problemi e sull'assunto che ad ogni situazione corrisponda una soluzione “giusta” non influenzata dall'ideologia.
Analizzando i tre punti di cui sopra possiamo fare alcune osservazioni e porci alcune domande.
La contraddizione più evidente viene fuori semplicemente accostando le due interviste: nella prima Gala dice le basi di LSQ sono “rispetto della persona e del suo credo, dell'etnia, dell'orientamento sessuale, antisessismo, l’antirazzismo, l’antifascismo”. Nella seconda dice che la presenza di fascisti in lista non è un problema, quindi deduciamo che non è in contrasto coi valori elencati: Gala ha inventato un antifascismo che legittima i fascisti.
Diamo un occhiata al programma di Forza Nuova: il primo punto è “Abrogazione delle leggi abortiste”, nel secondo (“Famiglia e crescita demografica etc.”) si “incentiva il lavoro della donna entro le mura domestiche”), poi troviamo al punto 6 “riconosce[re] alla Chiesa Romana il suo ruolo di guida spirituale del popolo”, al punto 7 l'abrogazione delle leggi che impediscono di rifondare il Partito Nazionale Fascista, al punto 8 l'abolizione dei sindacati. Parlando di rispetto di etnia ed orientamento sessuale, sono varie e note le occasioni in cui FN ha promosso razzismo e omofobia. Insomma: un buon numero di militanti della lista si riconoscono in valori opposti a quelli della lista. Un problema importante, ma ecco la soluzione: basta che queste persone tengano "la propria ideologia politica fuori dall'università”. L'ideologia politica è raccontata come una scelta priva di reali implicazioni pratiche, tanto che un fascista può smettere di essere tale quando entra in università, diventare antifascista e poi tornare fascista quando ne esce. Come se l'ideologia fosse un soprammobile e non un insieme di convinzioni su cui le persone strutturano la propria vita – come se uno convinto che l'omosessualità sia una patologia smetta di pensarlo nelle ore che passa in certo luogo. Anche se fosse possibile, resta una domanda: perché gente del genere, con una forte appartenenza ideologica, si intruppa in un partito che nega le ideologie in generale e la loro in particolare? Anche se fosse possibile, viene da chiedersi che serietà potrebbero vantare persone che cambiano bandiera nel giro dei pochi metri dell'ingresso della Statale. Viene anche da chiedersi se tutto questo non sia frutto di una solida ignoranza, o di malafede
Possiamo dire che alla base c'è un'accurata opera di de-sematizzazione. Così come secoli fa era impensabile rinnegare pubblicamente la religione e partecipare alla vita pubblica, ma era ben possibile fare professione di fede senza che ciò andasse oltre le parole, ora è sufficiente dirsi antifascisti e democratici senza far seguire gli atti alle parole – l'importante è pagare il pedaggio formale. La presenza di un gruppo di militanti di Forza Nuova non è percepita come contraddizione all'antifascismo, perché questa parola non ha un significato per gli “studenti qualunque”: essi sembrano obbedire ad un rituale simbolico obbligatorio (professarsi antifascisti etc.), come un antropologo accetterebbe di tingersi la faccia di rosso per assistere alla danza segreta di una tribù amazzonica.
La parola insomma ha perso il suo significato reale, e diventa una sorta di bollino di garanzia democratica da appuntarsi per partecipare al gioco elettorale. Ora che la politica si racconta come “espressione della volontà popolare”, essa deve dirsi democratica pena la contraddizione teorica; l'eventuale contraddizione pratica è superata con il bis-pensiero, o petizione di principio, che antepone l'ideologia alla realtà (“poiché la legge dice che siamo in democrazia, non possiamo non essere in democrazia”). Nel nostro caso la petizione di principio è che l'orientamento politico dei militanti non ha importanza in LSQ perché non gli viene data importanza in LSQ.
Un altro fondamento di LSQ è la dottrina secondo cui è possibile ridurre la politica ad amministrazione, basata unicamente su un pragmatismo puro che ha pochi riscontri nella realtà, e che corrisponde alla credenza che ogni situazione presenti un'unica soluzione possibile, quella giusta. Lungi dall'essere un'opzione originale o addirittura rivoluzionaria, questa dottrina è in linea con l'evoluzione della politica parlamentare europea almeno dal 2008 in poi: da quando “i mercati” hanno deciso che per gestire le conseguenza della crisi finanziaria conveniva bypassare la politica tradizionale e affidare il controllo direttamente a dei tecnici, la dimensione amministrativa ha preso il sopravvento, riuscendo a nascondere il fatto che non esistono scelte neutre.
La percezione di una situazione è necessariamente parziale, perché l'importanza che si attribuisce agli elementi che la compongono risente della formazione del soggetto e dei suoi desideri; il giudizio non potrà essere esente dalle convinzioni di chi lo formula. Questo è tanto più vero quando si applica alle comunità. Pensare di confrontarsi con la riforma dell'università da un punto di vista solamente tecnico significa accettarne l'impostazione concettuale; proclamarsi al di sopra della politica impedisce di capire le origini politiche degli eventi. Inoltre anche questa scelta è politica: appartiene alla lunga storia del populismo, che con la pretesa di agire per l'esclusivo interesse della gente si presta alle maggiori ambiguità e costituisce un interlocutore perfetto per l'autorità, che ha buon gioco a manipolarlo.
È interessante notare come l'impressione di ambiguità suscitata dalla presenza di fascisti della lista sia confermata e approfondita dalle parole del portavoce. L'approccio metodologico di LSQ fa si che la lista risulterebbe spontaneamente reazionaria e populista anche senza infiltrazioni da parte di Forza Nuova (caso difficile, dato che “né di destra né di sinistra” è un richiamo irresistibile per i fascismi dal 1919 in poi). Il primo raduno dei Fasci Italiani di Combattimento (movimento incubatrice del Partito Nazionale Fascista) si apre sotto l'auspicio di creare un “antipartito” che contrasti la destra come la sinistra e si ponga al di sopra di esse. In generale tutti i movimenti che in nome del bene comune dichiarano di superare i conflitti interni ad una comunità si pongono ben saldamente all'estrema destra dell'orizzonte politico; questo perché negano la complessità del reale richiamandosi ad un ideale trascendente e indiscutibile (come la "scelta giusta" di qualche riga fa) che non richiede dialogo ma solo obbedienza, e che viene fatto rispettare da un'autorità coercitiva.
"il fatto che ci sia un membro, due membri che fanno riferimento a Forza Nuova all'interno di LSQ io non lo vedo minimamente come un problema, ci convivo tranquillamente (…)”.
 
Di LSQ si può dire quindi che è un progetto tanto utile ad analizzare il funzionamento della politica contemporanea quanto rischioso per le aperture strutturali che offre a movimenti politici reazionari.
La politica non è uno spettacolo allegro alla Statale: ingerenze di Partito Democraticoe Comunione e Liberazione e di aziende private come RedBull, presenza di forti interessi economici in Consiglio di Amministrazione, pochissime possibilità per gli studenti di influire sull'organizzazione dell'ateneo, scarso interesse per il ruolo sociale dell'università; tutto questo può essere ben simboleggiato nel diffusissimo astensionismo che tradizionalmente affligge le elezioni accademiche (non vota mai più del 12% degli aventi diritto), o nell'incapacità di ottenere un risultato pur su un argomento di vasto interesse come la riduzione degli appelli da 10 a 6 nella facoltà di Studi Umanistici.
Lo Studente Qualunque non è una malattia del sistema: è un sintomo della pessima salute dell'Università di Milano.


1Candidato per FN nel 2011 e nel 2012 e condannato in via definitiva insieme ad altri militanti per una manifestazione non autorizzata negli uffici ALER di viale Romagna (riporto l'episodio, di per sé privo di importanza, non perché mi interessi la condotta penale del soggetto ma solo a dimostrazione della vicinanza a FN).

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