Oggi, non lo sa più nessuno.
Il mondo è complesso. Cambia. Sta cambiando a una velocità
impressionante.
La Stampa era considerato il Quarto Potere per eccellenza.
Poi, il Quarto Potere si è capito che era il Potere dell’Informazione. Non più
veicolata da mezzi fisici…ma digitali.
E chi ha il potere di informare?
Noi.
Abbiamo il potere di informare e deformare, informare
formandoci.
Non serve un ennesimo blog di notiziole. O di
pseudointellettuali che vogliono avere sempre l’ultima parola su tutto: abbiamo
ancora tutto da imparare. Alcuni di noi studiano.
Molti di noi non
hanno un lavoro. Viviamo nel 2015, nella Milano dell’Expo, del capitalismo in
crisi NERA.
E questa crisi passa direttamente nelle nostre vite, ci
taglia in due, ci seziona. Non riusciamo più a ritrovare noi stessi in quello
che facciamo. Fare un giornale può essere come fare QUALSIASI ALTRA COSA.
Postare una foto su Facebook o drogarci il sabato sera. Quello che vogliamo è
trovarci, anzi, RI trovarci.
Per fare questo, scriviamo. Tutti abbiamo qualcosa da
scrivere. E tutto ciò che scriviamo vale la pena di essere scritto, e quindi
letto. Ma non perché abbia qualche supposto valore letterario, bensì perché è
scritto da NOI.
Quindi, processi di scrittura continua e collettiva, una
pergamena anonima di fiori teorici pronti a sbocciare ogniqualvolta uno sguardo
curioso e giovane (non in senso anagrafico, ma spirituale) si poserà su di
loro.
Non sempre ci è dato esprimere quello che vogliamo; quasi
mai di esprimere quello che SIAMO.
Eccolo lì!
Il nostro tentativo è banale e complesso al tempo stesso,
cioè esprimere noi stessi in tutte le nostre sfaccettature. Che poi questo si
faccia bene o male poco importa, l’importante è che si inizi a fare per
cominciare a imparare a camminare insieme.
Sullo striscione che apriva una delle ultime manifestazioni
che si sono tenute negli U.S.A in sostegno alle vittime delle violenze poliziesche,
vi era scritto:
“If we
breath, we breath together”
Questi fratelli Yankee hanno ragione. E noi aggiungiamo:
respirare insieme, vuol dire cospirare insieme.
Senza la cospirazione non siamo niente, diventiamo poveri
esserini pieni di paure, immobili nella loro sordida incertezza, che mai
faranno niente senza l’autorizzazione di questo o quel capo, di questo o quel
genitore, di questo o questa fidanzata. Insomma. E’ arrivato il momento di
MUOVERSI.
Dove non importa. E’ al bar sotto casa che si fanno gli
incontri più belli e inaspettati.
Come spesso accade, i morti ci vengono in aiuto:
“Non serve andare lontano, perché sotto ogni asfalto c’è il
mare, e dietro ogni angolo, la luna.”
Grazie tante, Primo Moroni.
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