lunedì 19 gennaio 2015

Nagatomo o Zuckemberg



Nessuno vuole stare solo
Stare da soli è noioso antipatico triste
A stare da soli ci si abbruttisce e si invecchia

Per fortuna ci sono i mezzi di comunicazione
Computer    smartphone      tablet
Meno male
Essere collegati col mondo
Condividere
Parlare in chat
Ci pensi?
Tutti possono comunicare con tutti
La grande rivoluzione informatica la quarta rivoluzione industriale
Il trionfo della tecnologia

E poi?
Nulla
E poi nulla

Perché la solitudine è una condizione umana è un sentimento molto più di difficile da annientare
“Annientare?”
Si annientare
Sembra che in questa corsa al social network uno degli scopi sia l’annientamento della solitudine
Dico uno degli scopi perché sono innumerevoli e il mio pensiero non si sta orientando verso il resto
Non parlerò delle reti sociali in quanto a strumenti di controllo o di pubblicità e orientamento dei consumi
No
Posso pensare di annientare una condizione umana?
Posso pensare di distruggere il dolore? Posso pensare di disintegrare la felicità?
No
Per quanto sarebbe molto comodo non è così

La rivoluzione tecnologica si innesta poi su un terreno assai fertile
Io negli anni ’80 non ero neanche uno scintillìo di passione negli occhi dei miei genitori ma qualcosa ho letto e qualcosa ho ascoltato e qualcosa ho visto
Universalmente quello è considerato il decennio di plastica
La vittoria dell’apparenza e della superficialità
La disco music e Il bagaglino e Reagan se si vogliono indicare dei feticci

Ed ecco che negli anni ’10 ci stiamo sucando i risultati di questo bel teatrino culturale
Si è detto di essere belli di essere in forma di avere la macchina e la televisione sempre più grosse

“la gonna si è accorciata
Il capello un po’ allungato
La testa atrofizzata”  (Ustmamò, -  "100 pecore e un montone" )

È tutto un correre dietro a queste icone di vacuità
E tutti vogliono correre dietro queste icone di vacuità

Il mondo dei social network è il compimento di ciò e il suo orizzonte attuale
Uno può mostrare la parte di sè che preferisce
Mettere in vetrina le proprie foto musica pensieri
Le bacheche di facebook dovrebbero essere chiamate vetrine
Sono il concetto di apparenza elevato a potenza
La transustanziazione del nulla reale in forma e sostanza virtuale

Un delirio

“Guarda io posso offrire questo e quest’altro
Vado in discoteca il sabato il venerdì sushi il mercoledì sera sono presomale e scrivo una citazione di un qualche cantante poeta o sailcazzo poi il martedì mi annoio a scuola e scopo con la mia fidanzata il lunedì”

Facebook e instagram li ha pensati la Digos

Ma perché dovrei mettere in mostra la mia vita?
È una domanda a cui personalmente non credo di saper rispondere con esattezza
Probabilmente è un fenomeno strettamente legato all’insicurezza di ognuno
Un mi piace è considerato un abbraccio di pixel
E per quanto inconsistente e inutile può dare un senso di apprezzamento

I social network sono un anestetico per la solitudine

Ma risolvono la questione?
Non penso
Se hai un ulcera puoi prenderti tutti i maalox che vuoi ma mica l’ulcera ti passa
Anzi a furia di prendere maalox e non curarti l’ulcera degenera

Poi le ulcere psichiche sono anche peggio, perché uno per un po’ può far finta di niente

In ogni caso tutto ciò sembra piacere molto alla Gente con la g maiuscola
E tutti sono belli e sorridenti nei loro scintillanti profili social

Zuckemberg quando si faceva le seghe al college probabilmente non immaginava che avrebbe fornito all’apparenza, miglior centravanti del terzo millennio, un così bel cross dal fondo
Dopotutto si è dimostrato un bel terzino
Un ottimo gregario
La speranza è che i nostri stopper si rendano conto del pericolo imminente e gli spacchino tibia e perone a questo bel centravanti ingellato e profumato
Che almeno si levi dal cazzo per un po’

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