Nessuno
vuole stare solo
Stare da
soli è noioso antipatico triste
A stare da
soli ci si abbruttisce e si invecchia
Per fortuna
ci sono i mezzi di comunicazione
Computer smartphone tablet
Meno male
Essere
collegati col mondo
Condividere
Parlare in
chat
Ci pensi?
Tutti
possono comunicare con tutti
La grande
rivoluzione informatica la quarta rivoluzione industriale
Il trionfo
della tecnologia
E poi?
Nulla
E poi nulla
Perché la
solitudine è una condizione umana è un sentimento molto più di difficile da annientare
“Annientare?”
Si
annientare
Sembra che
in questa corsa al social network uno degli scopi sia l’annientamento della
solitudine
Dico uno
degli scopi perché sono innumerevoli e il mio pensiero non si sta orientando
verso il resto
Non parlerò
delle reti sociali in quanto a strumenti di controllo o di pubblicità e
orientamento dei consumi
No
Posso
pensare di annientare una condizione umana?
Posso
pensare di distruggere il dolore? Posso pensare di disintegrare la felicità?
No
Per quanto
sarebbe molto comodo non è così
La
rivoluzione tecnologica si innesta poi su un terreno assai fertile
Io negli
anni ’80 non ero neanche uno scintillìo di passione negli occhi dei miei genitori ma qualcosa ho letto e
qualcosa ho ascoltato e qualcosa ho visto
Universalmente
quello è considerato il decennio di plastica
La vittoria
dell’apparenza e della superficialità
La disco
music e Il bagaglino e Reagan se si vogliono indicare dei feticci
Ed ecco che negli
anni ’10 ci stiamo sucando i risultati di questo bel teatrino culturale
Si è detto
di essere belli di essere in forma di avere la macchina e la televisione sempre
più grosse
“la gonna si
è accorciata
Il capello
un po’ allungato
La testa
atrofizzata” (Ustmamò, - "100 pecore e un
montone" )
È tutto un
correre dietro a queste icone di vacuità
E tutti vogliono
correre dietro queste icone di vacuità
Il mondo dei
social network è il compimento di ciò e il suo orizzonte attuale
Uno può
mostrare la parte di sè che preferisce
Mettere in
vetrina le proprie foto musica pensieri
Le bacheche di
facebook dovrebbero essere chiamate vetrine
Sono il
concetto di apparenza elevato a potenza
La transustanziazione
del nulla reale in forma e sostanza virtuale
Un delirio
“Guarda io
posso offrire questo e quest’altro
Vado in
discoteca il sabato il venerdì sushi il mercoledì sera sono presomale e scrivo
una citazione di un qualche cantante poeta o sailcazzo poi il martedì mi annoio
a scuola e scopo con la mia fidanzata il lunedì”
Facebook e instagram li ha pensati la Digos
Ma perché dovrei
mettere in mostra la mia vita?
È una
domanda a cui personalmente non credo di saper rispondere con esattezza
Probabilmente
è un fenomeno strettamente legato all’insicurezza di ognuno
Un mi piace
è considerato un abbraccio di pixel
E per quanto
inconsistente e inutile può dare un senso di apprezzamento
I social
network sono un anestetico per la solitudine
Ma risolvono
la questione?
Non penso
Se hai un
ulcera puoi prenderti tutti i maalox che vuoi ma mica l’ulcera ti passa
Anzi a furia
di prendere maalox e non curarti l’ulcera degenera
Poi le ulcere
psichiche sono anche peggio, perché uno per un po’ può far finta di niente
In ogni caso
tutto ciò sembra piacere molto alla Gente con la g maiuscola
E tutti sono
belli e sorridenti nei loro scintillanti profili social
Zuckemberg quando
si faceva le seghe al college probabilmente non immaginava che avrebbe fornito
all’apparenza, miglior centravanti del terzo millennio, un così bel cross dal
fondo
Dopotutto si
è dimostrato un bel terzino
Un ottimo
gregario
La speranza
è che i nostri stopper si rendano conto del pericolo imminente e gli spacchino
tibia e perone a questo bel centravanti ingellato e profumato
Che almeno
si levi dal cazzo per un po’
Nessun commento:
Posta un commento