Quest'articolo è l'introduzione dello speciale DENTRO:ILMOVIMENTO, inserito nel numero 1 della nostra rivista cartacea. Disponibile su: scribd.com/doc/266327486/Numero1-web
La libertà per ciascuno dev'essere libertà per tutti. Solo in una società di eguali posso essere libero. Ciò non significa [...] che le mie condizioni di libertà vadano posposte a quelle di tutti.1
Squat, centri sociali, collettivi studenteschi e non, comuni; ecco la collettività,la condivisione, il senso del comune per la nostra liberazione. Da cosa ci liberiamo, mi chiedi? Dalle convenzioni, da ciò che questa società ci impone, per non diventare degli automi, ma divenire poesia. Quindi rifiutiamo. Per esempio, ci ritroviamo "nella morte della scuola, nel rifiuto del lavoro" inquanto ci è proposta una posizione di subordinazione a qualcuno, a un'autorità, in un sistema meritocratico di indottrinamento.
Indottrinamento statico. Apprendimento seduto, produzione seduta e produzione forzata, non-spontanea. L'esperienza è apprendimento. L'esperienza è dinamica. L'apprendimento seduto diventa mero sovraffollamento di nozioni in una mente. Nozioniche, quindi, abbiamo. L'esperienza è essere. L'indottrinamento è avere.
Ma non perdiamoci, avviciniamoci. Avviciniamoci a queste realtà, a questegrandi famiglie del rifiuto collettivo. Ascoltiamo i discorsi sulla libertà collettiva. Ascoltiamo i discorsi sulla liberazione della donna dai canoni estetici prestabiliti e proposti dalla società odierna. /Correndo, entra una compagna, stretta in un vestito succinto e si scusa per il ritardo/. Ascoltiamo, ascoltiamo le teorie sul poliamore. /Un compagno si mangia le mani osservando come unaltro ci prova con la "sua" ragazza/. Ma quante interruzioni, quante distrazioni! Ascoltiamo bene cosa dice quel compagno sullo scardinare le gerarchie. /E prestiamo attenzione, che lui è uno dei grandi/.
Allontaniamoci un po' per andare a pescare dell'autonomia, la nostra autonomia. Questa realtà comune è dentro la nostra società e rifiutandone isuoi costumi, ne propone altri. Ma il nuovo canone convenzionale è riproposto in un'ottica di comportamento spontaneo edisinibito, seppur a sua volta prestabilito.Infatti, "la costruzione di una normalità altra, anche sedeviante, non ci fa uscire da questa impasse"2
Ci ritroviamo, quindi, in una società panopticon,controllati da migliaia di dispositivi di potere che siripropongono da sé all'interno delle comunità che li rifiutano. Dunque, come creare le condizioni per una comunità altra? Una ferita altra?
Nadie
1 Pino Tripodi, Settesette. Una rivoluzione. La vita, Milleu, 2005
2 Tiqqun, Écographie d'une puissance (Ecografia di una potenzialità)
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