mercoledì 21 dicembre 2016

Serpi in seno. Qualche riga sui fatti di Parma


Non posso fare a meno di ammettere che tutto questo insistere sulla questione del fascismo mi lascia perplesso. Non che io non pensi che lo stupro sia in sé un atto fascista, quando per fascismo si intende in senso lato l'espressione di un potere violento su un corpo inerme e più debole, ma il ritorno ossessivo di questo concetto in tutti i comunicati che ho letto mi sembra celi un problema di ben altra natura. Che uno stupratore non sia un "compagno" è un fatto talmente scontato che non capisco che bisogno ci sia di ripeterlo in continuazione. Credo che si stia effettuando, per usare un termine preso, mio malgrado, dalla psicologia, quella che potrebbe essere chiamata una trasposizione. Ovvero il trasporre, lo spostare inconsciamente il focus di un problema da un punto critico e di ardua comprensione ad un altro, più facile da identificare e di comoda soluzione. Tutto questo insistere sulla questione del fascismo mi sembra sia teso a celare, a non voler vedere il punto fondamentale: cioè che gli stupratori erano proprio "compagni": nel senso che erano perfettamente inseriti nell'ambiente, accettati da tutti, e a quanto pare anche difesi dall'ambiente stesso. Tutti questi anni di omertà lo dimostrano, e non sono dovuti ad un accidentale, deprecabile mancanza di attenzione da parte di chi avrebbe dovuto condannare duramente e da subito il fatto (continuamente, e giustamente, definito fascista) e i suoi esecutori, ma all'emergere di istanze di tipo clanistico e protomafioso nel nostro ambiente che nessuno vuole vedere, pena il riconoscimento di una debolezza profonda e, appunto, di difficile soluzione. Istanze che purtroppo sono radicate e si manifestano in diversi modi, dei quali questo è stato forse il più clamoroso. Oltre al fatto che il "movimento" (altro brutto termine), è pieno zeppo di "poser": gente che sta qui per una semplice questione di circostanze, che qui ha trovato amici e senso di appartenenza, ma che potrebbe stare benissimo da qualsiasi altra parte. In discoteca a provarci con le ragazze insieme a branchi di amici tamarri, vestito bene a fare il fighetto in giro per locali alla moda o, perché no, anche in qualche sede di casa Pound. Ecco perché penso che non ci sia nessun bisogno di stupirsi per il fatto che dei "compagni" abbiano potuto compiere un simile schifoso atto. Questo continuo riproporre l'argomento "fascista" e dell' "Altro da Noi" mi sembra quindi, in realtà, un modo per nascondere, per non voler vedere l'emergere di dinamiche di protezioni e omertà invece tutte nostre, tutte interne alla nostra "struttura" e sulle quali bisognerebbe riflettere sinceramente. Una bella serpe covata in seno insomma.

creek

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